L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone by Antonio Manzini

L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone by Antonio Manzini

autore:Antonio Manzini [Manzini, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838938085
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2018-04-25T22:00:00+00:00


Senza fermate intermedie

Grazie a Dario B. che di treni ne sa...

«Allora che fa, Schiavone?» il questore lo sorprese alle spalle. Rocco si voltò con il bicchierino di plastica ancora pieno a metà. «Mi prendo un caffè!».

«Non fraintenda», Costa infilò la pennetta nel distributore, «mi riferisco a giovedì» e spinse il pulsante. Schiavone prese tempo sorseggiando la ciofeca amarognola dal colore paludoso. «E non lo so. Giovedì?» non ricordava minimamente cosa sarebbe accaduto giovedì di così importante.

«Eh sì, giovedì» insistette il questore osservando il suo bicchierino che si stava riempiendo di quella sostanza giallastra che la macchinetta si ostinava a chiamare cappuccino, ma che al cappuccino somigliava come un trattore a una Ferrari.

«Giovedì, giovedì, giovedì...».

«Schiavone!» sbuffò il superiore. «Giovedì c’è l’inco...?» e lo guardò intensamente, aspettandosi che il vicequestore proseguisse, ora che l’aveva instradato.

«C’è l’incontro...?».

Costa annuiva. «Ottimo, Schiavone. Perché c’è l’incontro per la fe...».

«Per la fede?» azzardò Rocco.

«Ma quale fede e fede! Comunicare con lei mi debilita».

«Dottor Costa, le confesso che non ho la più pallida idea di cosa mi stia parlando».

«La festa del centosessantunesimo anno dalla fondazione della polizia di stato!».

«Ammazza, so’ già passati 161 anni? Come vola il tempo, dottore».

Costa non apprezzò. Tolse la bevanda ormai pronta dal distributore. «E la celebriamo come sempre in questura. Ho fatto girare la circolare, lei non legge le circolari?».

«Sempre, dottore».

«Ma ha memoria corta».

«Purtroppo la mia memoria è ottima, dottor Costa».

«Daremo anche un premio ai poliziotti che si sono distinti durante l’anno».

Rocco accartocciò il suo bicchierino di plastica e lo gettò nel secchio. «La prego, non mi dica che...».

«No, tranquillo, lei non è nella lista. Ci mancherebbe» e sorrise a bocca chiusa. «Però deve partecipare. Ci sono i giornalai, le autorità, procura, regione eccetera eccetera. Ah, e quest’anno ho incaricato il vice-ispettore Rispoli di preparare anche un rinfresco. Che non si dica che abbiamo il braccino corto».

«Ottimo, dottore. Ora se permette torno al lavoro».

«Vada, vada» finalmente sorseggiò il cappuccino. Una smorfia di disgusto si dipinse sul volto abbronzato del questore. «Schiavone, lei crede che ci siano i termini per una denuncia ai gestori di questa macchinetta per tentato omicidio? Questo è veleno!».

«Credo proprio di sì» e sorridendo Rocco si avviò verso la sua stanza.

Appena entrato si fiondò alla scrivania, tanto che Lupa si risvegliò dalla pennichella e abbaiò due volte.

«Niente, Lupa, qui bisogna cercare... dov’è? Dov’è?» cominciò a scartabellare fra fogli di carta e la posta lasciata lì da giorni. Lettere della banca, un paio di bollette, la famosa circolare del questore che appallottolò e gettò a Lupa. «Dove l’ho messa? Sono sicuro che era qui. L’ho ricevuta l’altro ieri!». Altri fogli misteriosi, appunti presi con una grafia da medico condotto. Niente, non trovava niente. Aprì un cassetto. Agende, post it da riempire, penne e pennarelli. «Giuro che era qui! Chi tocca le mie cose?» urlò, sapendo perfettamente che nessuno, neanche le donne delle pulizie, osavano sfiorare quella scrivania. Poi la vide. La lettera da Roma. Sorridendo e con gli occhi illuminati la alzò verso il soffitto, come fosse il Graal. L’ossigeno tornava nei polmoni.



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